Nella parte finale de “Il maestro e Margherita” Levi Matteo (sarebbe l’autore del vangelo, di uno dei quattro vangeli riconosciuti dalla chiesa) chiede a Satana di prendere con sé i due amanti e di compensarli con la pace. È un passaggio che riesce a fondere, con la leggerezza rara di cui è capace Bulgakov, ironia e intensità. Perché Voland-Satana, sorpreso dalla visita che gli arriva dal dipartimento opposto del cielo, dà a Matteo del “servo sciocco”, e quello gli risponde “Non voglio discutere con te, vecchio sofista”. Ma poi arriva la richiesta. E quando Satana gli domanda perché piuttosto non li prende con lui, nella luce, Matteo replica che i due non hanno meritato la luce, ma la pace. Dunque lo scrittore russo coglie nell’amore (nell’amore erotico) una terzietà: non è di Dio, perché non è ossequio alle leggi, al contrario è trasgressione. Però non è nemmeno del diavolo, perché non è il male: e allora il suo posto, se ha un posto definitivo nell’universo, va pensato oltre i p...