“Ma la colpa maggiore è l’ignoranza”, scriveva Carlo Cipparrone in una delle sue poesie più belle. Attenzione, egli non si riferiva affatto a quelli che sono poco acculturati, ma piuttosto a coloro che non sanno di non sapere. A quelli che si gongolano di prosopopea per le nozioni acquisite, e non riescono ad andare oltre, a vedere al di là del proprio narcisistico confine. E prosegue: “mentre si dovrebbe restare per sempre /curiosi come bambini / a costo di fare domande imbarazzanti”. Prosegue questa poesia con una sottile ironia, ma anche con la capacità, propria di questo autore, di sostenere verità importanti con nuda semplicità, con secca ma anche umile efficacia, come se dicesse cose ovvie, che invece ovvie non sono affatto. Questa curiosità è indice di amore per la vita, oltre che richiamo a quel tornare come bambini che ha echi evangelici; Cipparrone però vi aggiunge la doverosità del rispetto delle professioni più umili e meno intellettuali. Seguiamolo: Potrei narrarvi / d...