Passa ai contenuti principali

Le nocciole italiane


NON LASCIATEVELA SFUGGIRE QUESTA STORIA DELLA NUTELLA, NON È DI POCO CONTO.
Dunque, Salvini dice che la Nutella non va più bene, perché usa nocciole che provengono dalla Turchia.
Ora, si apriranno diversi fronti. Quelli che boicotteranno il prodotto, e cercheranno altre marche che usano nocciole coltivate in Italia, meglio se in Padania. Quelli che difenderanno la Nutella, perché che mondo sarebbe senza. Il governo Conte probabilmente cercherà una mediazione, rinviando la soluzione a quando la Turchia sarà entrata nell’Unione Europea. E la famiglia Ferrero gongola per tanta pubblicità gratuita.
Però la questione è un’altra. Poniamo che convinciamo l’imprenditore a rinunciare ai turchi, e ad usare soltanto noccioli cresciuti e potati in Italia. Bene. Ma l’acqua? È noto che questi alberi devono la loro vita e la loro crescita ad abbondanti porzioni del prezioso liquido. Ma l’acqua, mica viene solo dall’Italia! Le nubi hanno questo maledetto vizio di girare. Si formano ora in un posto ora in un altro, raccolgono ora di qua ora di là. Ed il problema mica riguarda solo i noccioli! No, anche gli aranci, anche il grano, anche i pesci. I fiumi nascono spesso all’estero, e vengono in Italia. Il mare ci porta acqua che arriva direttamente dalle coste dell’Africa. E l’acqua piovana non ha il minimo rispetto per i nostri confini.
Insomma, io sono disposto ad accettare che i nostri porti vengano chiusi. Ma questo schifo dell’acqua che viene da fuori e imputtanisce le coltivazioni italiane deve finire.

Commenti

Post popolari in questo blog

Chi preferisci fra Macron e Micron?

Grazie agli sviluppi dell’informatica, oggi le grandi trasmissioni televisive sono nelle mie mani. Sono io a “nominarli”, i concorrenti; a decidere chi canta meglio, chi balla meglio, chi deve andare in finale. Posso così appassionarmi a votare la formazione migliore, e persino la finale del festival di Sanremo viene decisa dal mio voto. Peccato però che nessuno si sogni di farmi decidere se voglio che nel mio paese sia riconosciuto il diritto a scegliere se essere costretto a restare in vita appeso alle macchine o possa optare per morire serenamente. Se voglio consentire a chi lo desidera di coltivarsi una piantina di marijuana sul proprio terrazzo, o se preferisco che a gestire la vendita delle droghe leggere sia la mafia. Se voglio o meno che Alitalia venga salvata coi soldi dello Stato. Se sono d’accordo che i debiti di Monte dei Paschi di Siena vengano pagati con le tasse che versiamo. No, su queste cose non mi fanno decidere niente, anche se la tecnologia consentirebbe di ef...
Quella volta che Antonello, Nello, Gianni… E poi quella volta Antonello, Nello, Gianni, Massimo, Larry vennero a trovarci, fra le nostre cataste di Oscar Mondadori e i nostri fogli dattiloscritti, fra le nostre carte appallottolate e i nostri aquiloni, lì, nella sede del Laboratorio di Poesia di Cosenza. Qualcuno di  noi era preoccupato, “Quelli sono dei pericolosi anarchici – diceva Pasquale – ci spaccheranno tutto”. Ma Raffaele, il più timido di noi ma anche il più mentalmente spericolato, aveva insistito: Dai, diceva, questi qui ci porteranno una ventata di aria nuova, ne abbiamo bisogno, non possiamo stare solo a trastullarci di parole pesanti, di Montale e di Sanguineti. E così io mi arrischiai: va bene, proviamo, facciamoli venire. La loro entrata fu decisamente spettacolare. Gianni era una sorta di maschera senza travestimenti della commedia dell’arte, parlava e insieme cantava, tratteggiava e intanto danzava. Nello sembrava il leader, un po’ stratega un po’ guappo....

Il papa e la sinistra

Dai migranti che vengono considerati come fastidiose cavallette di cui liberarsi con l’insetticida, ai poveri che molti sindaci trattano come una impresentabile bruttura che danneggia l’immagine del centro storico; dalle donne che sono tornate proprietà privata del maschio da brutalizzare in roghi casalinghi quando si ribellano, ai disoccupati che ci fanno aumentare le tasse con la loro assurda pretesa di ottenere dallo Stato sussidi e cure mediche. In un ventunesimo secolo che in fatto di diritti sociali segna un arretramento rispetto al quale il Novecento riluce come un antico tempo felice, l’unica voce che in Italia si sta ergendo forte a difesa degli ultimi e dei diseredati della Terra è quella del papa. A sentirlo parlare, i vari Renzi e D’Alema, Franceschini e Bersani, Letta e Gentiloni lì per lì hanno gioito: se ci sta il papa a fare la sinistra, si son detti, noi possiamo farci gli affari nostri in santa pace. Il guaio per loro è che questo papa prende maledettamente su...