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La casa è un diritto o un rovescio?

LO DICIAMO ANCHE ALLE CHIESE: 
DATE UNA CASA A CHI NON CE L’HA!

Tra le più evidenti conseguenze della crisi politica, economica ed occupazionale di questi anni, non possiamo non considerare il progressivo sfaldamento di quei diritti che sembravano accessibili e percorribili e che, invece, ora sono negati di fatto o, addirittura, abrogati dalle norme e dai poteri.
Nell’ultimo decennio, a Cosenza, è esplosa una vera e propria crisi abitativa, persino più grave che in altre città meridionali, perché si è realizzata mentre andava avanti una cementificazione del tutto irrazionale. A causa della crescente (e ignorata) disoccupazione e di prezzi al di fuori di ogni portata, il dramma di non avere una casa è diventato il vissuto comune di migliaia di persone.
Non avere dove stare è diventato un problema, senza distinzioni di sesso, religione, etnia e provenienza economica e sociale. Abbiamo detto basta a questo stato di cose; continueremo a dirlo sempre più forte, convinti che sia l’unico modo per affrontare e sconfiggere i disagi, i soprusi e la miseria.
A Cosenza i movimenti che si occupano del diritto alla casa hanno creato riconoscibili situazioni di condivisione, di riappropriazione di spazio pubblico e di riaffermazione della dignità  di ciascuno. Andando contro tutte le logiche profittatorie e parassitarie. Le stesse che hanno fatto moltiplicare, nell’area urbana, gli immobili colpevolmente inutilizzati e abbandonati, anche quando di proprietà pubblica e di grandi dimensioni.
Questa vitale mobilitazione sta avvenendo in un periodo difficile per il nostro Paese. Mentre si moltiplicano le iniziative di lotta, che focalizzano temi reali come la casa, l’ambiente e il reddito, viene fomentata dalla politica la pesante criminalizzazione giudiziaria di chi si impegna costantemente per i diritti sociali di tutti, soprattutto di quelli che ne sono colpevolmente e violentemente privati.
Gli sforzi di questi mesi ci consentono di reagire a un clima del genere e di affrontare seriamente l’eccesso di repressione che connota le iniziative a favore delle questioni sociali. L’inasprirsi delle sanzioni e il rifiuto di dialogare con i movimenti, come quelli degli inquilini, dei migranti e dei precari, non fanno altro che peggiorare le cose.
Per affrontare di petto la questione abitativa, sempre più grave nella nostra città, Noi, attivisti nei comitati di lotta, volontari accanto alle minoranze aggredite, giornalisti, docenti cattolici o laici, legali, esponenti del terzo settore, di tutte le fedi e di nessuna fede, ciascuno impegnato nelle proprie attività e nelle proprie rivendicazioni con amore e dedizione, accomunati solo dal bisogno di giustizia, abitanti tutti di Cosenza, chiediamo agli enti, alle associazioni, alle parrocchie, alle persone di buona volontà di ogni Chiesa o istituzione, di rendere disponibile alla fruizione collettiva quanto dei rispettivi e spesso ingenti patrimoni immobiliari sia dichiaratamente inutilizzato. Al solo scopo di alleviare le gravissime sofferenze di chi non ha un tetto sotto cui dormire, spazi per la socializzazione, nonché le minime garanzie che pure tutti, a parole, si impegnano ad assicurare.
Alle autorità, al Prefetto ed alla Procura di Cosenza, ai rappresentanti istituzionali ed alle più alte cariche ecclesiastiche chiediamo di gestire il rapporto con occupazioni di immobili come quelli delle ex Canossiane e di via Don Minzoni in continuità con quanto già avvenuto in occasione di altre situazioni di conflitto sociale avvenute in tempi recenti a Cosenza: attraverso il dialogo, i metodi democratici, cercando cioè delle soluzioni abitative concrete per le famiglie occupanti. Soprattutto, evitando sgomberi e qualsiasi altro tipo di azione coercitiva. In quei palazzi occupati abitano famiglie formate da donne, bambini, uomini onesti che non possono permettersi né il costo di un affitto, né un mutuo, né sarebbe degno di una società civile relegarli a vivere in un dormitorio pubblico o sotto i ponti della nostra città.

Per sottoscrive l’appello invia e-mail a iostoconprendocasa@gmail.com
  
specificando Nome Cognome

Primi firmatari

Franco Dionesalvi (scrittore)
Umberto Grandinetti (teologo)
Domenico Bilotti (ricercatore universitario)
Diego Amelio (ingegnere)
Antonella Calderaro (praticante avvocato)
Emanuela Costanzo (studentessa)
Luigi Guzzo (giornalista)
Antonino Mantineo (docente universitario)
Loredana Caruso (operatrice psicopedagogica)
Fabio Turano (praticante avvocato)
Maria Falcone (latinista)
Francesco Gaudio (docente)
Claudio Dionesalvi (docente)
Massimo Ciglio (dirigente scolastico)
Oscar Greco (ricercatore universitario)
Giovanni Cadavero (avvocato)
Maria Francesca D'Agostino (ricercatrice universitaria)
Giovanni Peta (docente)
Andrea Bevacqua (docente)
Raffaella Caruso (architetto)
Paolo Perri (ricercatore universitario)
Alessandra Garofalo (libera professionista)
Barbara Montalto (libera professionista)
Giuliano Cuccurullo (pubblicitario)
Silvana Iadanza (disoccupata)
La Casetta di Bibì, associazione Culturale Bernardina Barca Onlus
Rossella Belcastro (redattrice)
Walter Cavalcante (imprenditore)
Massimiliano De Pasquale (impiegato)
Francesco Ruffolo (disoccupato)
Oreste Cozza (disoccupato)
Pietro Garritano (artigiano)
Rosaria Staffa (docente)
Gaetano Azzinnaro (operatore ecologico)
Manolo Muoio (attore)
Pasquale Santoianni (libero professionista)
Francesco Graziadio (giornalista)
Alessandra Annoni (docente universitaria)

Cosenza, 4 aprile 2014
(l’elenco delle firme è in costante aggiornamento. Ne stanno pervenendo decine al giorno)
 Antonio Curcio (bibliotecario)
Marisa Fasanella (FLC-CGIL - Unical)
Alessandra Corrado (Ricercatrice Unical)
Stefano Ammirato (G.A.S. Cosenza)
Fausto Scavello (contadino - Presidente "Casa dei Diritti Sociali")
Rossella Le Piane (Scuola Popolare)
Laura Pantusa (Dipendente Unical)
Francesco Maio (Presidente C.R.U.C. - Unical)
Cataldo Di Napoli (USB - Unione Sindacale di Base)
Giuliano Santoro (Carta)
Rossana Bartolo (docente)
Enrico Turco (USB Calabria)

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