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A casa loro

I migranti "noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro" : a scriverlo è Matteo Renzi.
Su questa linea dei migranti che non devono assolutamente venire qui, vanno bloccati alla frontiera e devono semmai essere aiutati a casa loro, si potrebbe creare una maggioranza vastissima in Parlamento, che va da Renzi a Salvini, da Berlusconi alla Meloni, e potrebbe ottenere almeno l’astensione dei Cinquestelle, che sulla questione hanno finora tenuto posizioni alquanto contorte. In cosa consista questo aiuto a casa loro, se lanciando derrate alimentari con gli elicotteri o foraggiando i dittatori locali, è questione che evidentemente non interessa a nessuno.
Frattanto sono stati resi noti i risultati di un dossier statistico di Idos, che ci informa che gli emigrati italiani sono tanti quanto nell’immediato dopoguerra: “L’emigrazione degli italiani all’estero, dopo gli intensi movimenti degli anni ’50 e ’60, è andato ridimensionandosi negli anni ’70 e fortemente riducendosi nei tre decenni successivi, fino a collocarsi al di sotto delle 40.000 unità annue. Invece, a partire dalla crisi del 2008 e specialmente nell’ultimo triennio, le partenze hanno ripreso vigore e hanno raggiunto gli elevati livelli postbellici, quando erano poco meno di 300.000 l’anno gli italiani in uscita.
Sotto l’impatto dell’ultima crisi economica, che l’Italia fa ancora fatica a superare, i trasferimenti all’estero hanno raggiunto le 102.000 unità nel 2015 e le 114.000 unità nel 2016, mentre i rientri si attestano sui 30.000 casi l’anno.
A emigrare sono sempre più persone giovani con un livello di istruzione superiore. Tra gli italiani con più di 25 anni, registrati nel 2002 in uscita per l’estero, il 51% aveva la licenza media, il 37,1% il diploma e l’11,9% la laurea ma già nel 2013 l’Istat ha riscontrato una modifica radicale dei livelli di istruzione tra le persone in uscita:  il 34,6% con la licenza media, il 34,8% con il diploma e il 30,0% con la laurea, per cui si può stimare che nel 2016, su 114.000 italiani emigrati, siano 39.000 i diplomati e 34.000 i laureati. Le destinazioni europee più ricorrenti sono la Germania e la Gran Bretagna;  quindi, a seguire, l’Austria, il Belgio, la Francia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi e la Svizzera (in Europa dove si indirizzano circa i tre quarti delle uscite) mentre, oltreoceano, l’Argentina, il Brasile, il Canada, gli Stati Uniti e il Venezuela.”

Perché questi migranti vengano aiutati a casa loro, a chi bisogna rivolgersi? A Renzi-Gentiloni, oppure alla Germania, alla Gran Bretagna e al Venezuela?

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