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Capoverso n.35

“ L’idea mi è venuta seguendo una partita di calcio di un campionato dilettanti. Si è infortunato l’arbitro, e allora gli altoparlanti hanno cominciato a dire: se c’è nel pubblico un arbitro iscritto alla Federazione, si presenti immediatamente . Più volte mi è capitato di sentire in un ipermercato, con lo stesso metodo, cercare un medico. E mi sono chiesto: è mai successo che gli altoparlanti abbiano chiesto se fosse presente un poeta, e di presentarsi immediatamente? Ecco, secondo me il tempo giusto per un ricorso disperato (ma anche un po’ giocoso, ovviamente) ai poeti potrebbe essere questo ”: così scrive Franco Dionesalvi nell’editoriale del numero 35 di CAPOVERSO, un semestrale di poesia che ha redazioni in diverse città italiane, ma la sua sede a Cosenza, esattamente in una  libreria che conserva vecchi  volumi ed è aperta da tempo immemorabile tutte le mattine di fronte il polveroso palazzo delle Poste centrali; e che porta lo stesso nome della sua piccola casa ed...

Presentazione libro di Avignone su Pasolini

Pane e razzismo

-          Sono riuscito a infiltrarmi nel corteo delle persone che si recavano in piazza Duomo, per il comizio di Salvini che chiudeva la campagna elettorale. In queste cose mi agevola la mia capacità di scimmiottare la gran parte dei dialetti della penisola. Davanti c’erano solo le bandiere nuove della Lega, come aveva ordinato il capo; ma dietro spuntavano quelle storiche, in cui campeggia la scritta “Nord” cara ai fondatori del partito. E poi,dopo un bicchiere di vino, si sono lasciati andare. Che il problema vero, mai risolto, sono i meridionali. Che si sono infilati dappertutto, e sono dei vagabondi e dei truffaldini. Ma, soprattutto, puzzano. C’è di che andare orgogliosi, a Cosenza, per aver eletto Salvini come  rappresentante al Parlamento. -          Un esponente politico di sinistra, di Cosenza, mi dice: “Questo dell’immigrazione è un tema delicato, i flussi migratori vanno regolati, occorr...

Il ponte di Calatrava e la cultura

Una precisazione sulla giunta Mancini riguardo al ponte Calatrava mi pare necessaria. L’idea che ci fu presentata era assai diversa da quella che vent’anni dopo è stata realizzata. Il ponte affidato alla progettazione di Calatrava doveva rappresentare un momento, con firma d’autore, di gioiosa stravaganza all’interno del recupero complessivo, severo e rispettoso, del centro storico di Cosenza. Quella che si è fatta alla fine, decontestualizzata, appare più che altro come un’opera da luna park. Per quanto riguarda il finanziamento, del reperimento dei fondi si occupava l’assessore Catizone. Il resto avvenne dopo. Della giunta Catizone io non facevo parte. La neo-sindaca mi convocò e mi disse che, contrariamente a quanto si era impegnata a fare, io non potevo continuare a svolgere il ruolo di assessore alla cultura, perché sul mio nome il Pds aveva posto il veto. In cambio mi offriva una superconsulenza. Rifiutai, e non perché non avessi bisogno di soldi. Ma perché capivo che tutto ...

I viaggi senza speranza

Quando ero un giovane studente universitario e viaggiavo, nelle pause degli studi, da Firenze a Cosenza, i treni avevano un prezzo fisso, che potevi calcolare. Magari se preferivi il Trans Europe Express pagavi di più, e lo stesso se sceglievi il vagone ristorante; ma se volevi viaggiare con l'espresso in seconda classe, eri certo di quanto ti costava. Al massimo, se viaggiavi l'antivigilia di Natale, andavi incontro a un viaggio in corridoio, o addirittura in piedi, ma il diritto a prendere quel treno non te lo toglieva nessuno. Oggi, ai tempi della dittatura del Mercato, i biglietti vengono venduti al miglior offerente, e calano o salgono a seconda della richiesta e dell'offerta. Ti può capitare di trovare un aereo a 20 euro, ma in genere nel giorno in cui non interessa a nessuno. Compagnie poi come la simpatica Ryan Air, quella che ha deciso che lo sciopero è cosa malvagia da punire, offre voli a prezzi convenienti, in alcuni giorni, ma in orari tipo le 6 del mattino. I...

Bonheur a Milano

Il teatro Dal Verme è strapieno per l’inaugurazione ufficiale di Bookcity, una mega-manifestazione diluita in tanti luoghi della città, e anche nella sua provincia. C’è una lunga fila fuori dal teatro; che ondeggia sconfortata quando escono le hostess e annunciano che il teatro è al completo, e più nessuno potrà entrare. Le reazioni sono varie: c’è chi impreca col partner che non è arrivato un’ora prima a fare la fila, c’è chi si consola ordinando la pizza nel vicino ristorante. Il Presidente di Bookcity Piergaetano Marchetti prende la parola, sottolinea l’originalità della manifestazione. Che in effetti è concepita su un modello di autogestione: le associazioni culturali, le scuole, le biblioteche propongono presentazioni di libri, e si realizza un grande scambio, che coinvolge centinaia di autori e di case editrici, dalle grandi alle piccine, e si dipana dall’Università al carcere. Poi salgono sul palco i politici. Il sindaco consegna a Marc Augé il Sigillo della città. Lui, l’a...

I tipi umani

Passeggiavo l’altro giorno lungo i Navigli, quando… toh! Guarda… Ma quello è Franco Araniti! Mi avvicino per salutare il poeta cosentino, ma… non era lui. Era soltanto uno che gli somigliava molto. Mi allontano, entro in piazza Gae Aulenti, ed ecco… ma che ci fa qui Franco Alimena? Mi avvicino per chiedergli quale libro sta per pubblicare il caro vecchio editore, ma quello mi dice: “Signore, non so di cosa mi sta parlando, io non la conosco!” Insomma, mi capita spesso di vedere qui persone che dovrebbero essere da tutt’altra parte. Mi dico: probabilmente i tipi umani non possono essere illimitati, allora inevitabilmente si ripetono, e un Araniti deve per forza avere un sosia qui, un altro a Napoli, uno a Torino, e perfino tre-quattro a Pechino, magari con gli occhi un po’ a mandorla. A ben pensarci, poi, non sono le fattezze fisiche a fare una persona; ma uno sguardo, una narrazione, un suo modo di stare al mondo. Gli spazi, i meridiani e i paralleli, contano fino a un certo punto...