Prima si
poteva evadere più facilmente l’obbligo di pagare la Rai; adesso, si sa, questa
tassa è stata inglobata nell’energia elettrica, per cui se non la versi ti
staccano la corrente: o accetti di pagare lo stipendio a Bruno Vespa e Amadeus
oppure è buio pesto. Quello che puoi fare per non pagare è dimostrare che non
possiedi alcun apparecchio televisivo. La cosa è curiosa: molti di noi non
guardano la Rai ma le altre emittenti che sono gratuite, però devono pagare la
Rai. Si potrebbe facilmente fare come accade per Sky o per Mediaset Premium: sono
tv a pagamento, se vuoi vederle sottoscrivi con loro un abbonamento. La Rai non
possiede una tecnologia simile? Più che altro le fa comodo non possederla.
Il fatto è
che le altre televisioni cosiddette generaliste assolvono già i compiti di cui
si fa carico la Rai, e anche meglio. Per fare compagnia alle signore anziane
c’è Canale 5, per l’informazione c’è La7 che ha servizi giornalistici più
puntuali ed equilibrati di quelli della Rai; e si pagano interamente con la
pubblicità. Ma la Rai in buona parte è un carrozzone politico, serve per
sistemare amici degli amici, come gli altri enti che dipendono dallo Stato.
Sarebbe
giusto pagarla a parte, come una tassa sociale, se svolgesse davvero un
servizio pubblico. Ma allora anziché arricchire i Fazio e i Conti dovrebbe
servire per dare voce alle minoranze che non fanno audience, dovrebbe mandare
in onda programmi di formazione e di istruzione d’intesa con le scuole,
dovrebbe trasmettere i grandi film della storia del cinema che non si vedono
più. Perché far vedere Fausto Leali o Anna La Rosa che ballano, e dimostrare che
questo è servizio pubblico, beh, mi sembra un’impresa memorabile.
Commenti
Mai sentito parlare di consorsi per giornalisti in Rai, magari me ne sarà sfuggito qualcuno in 50 e più anno di Rai, ma credo proprio che i giornalisti della sede Rai Calabria, siano entrati per agganci di varia natura, da quelle della semplice amicizia, passando per la politica e, sopra ogni cosa, attraverso la chiesa calabrese.
Basta seguire 4/5 edizioni per notare che ogni notiziuncola religiosa venga trattata, comprese le "celebrazioni" per il 10°,11,°15°... Ennesimo anno di sacerdozio di qualche prete.
Visto che ci costringono a pagare il canone, dovremmo creare un gruppo d'azione, una class action, qualcosa per imporre alla Rai i concorsi: da quelli per usciere, a tecnico e prima di tutti per giornalisti, visto anche il trattamento economico loro riservato.
Invece iniziano con incarichi di soppiatto, le supplenze natalizie, ferragostane, pasquali e poi ... ECCOTI l'assunzione a TEMPO INDETERMINATO e una produzione giornalistica penosa e di autentico servilismo a chi ce li ha messi.
Mai sentito parlare di consorsi per giornalisti in Rai, magari me ne sarà sfuggito qualcuno in 50 e più anno di Rai, ma credo proprio che i giornalisti della sede Rai Calabria, siano entrati per agganci di varia natura, da quelle della semplice amicizia, passando per la politica e, sopra ogni cosa, attraverso la chiesa calabrese.
Basta seguire 4/5 edizioni per notare che ogni notiziuncola religiosa venga trattata, comprese le "celebrazioni" per il 10°,11,°15°... Ennesimo anno di sacerdozio di qualche prete.
Visto che ci costringono a pagare il canone, dovremmo creare un gruppo d'azione, una class action, qualcosa per imporre alla Rai i concorsi: da quelli per usciere, a tecnico e prima di tutti per giornalisti, visto anche il trattamento economico loro riservato.
Invece iniziano con incarichi di soppiatto, le supplenze natalizie, ferragostane, pasquali e poi ... ECCOTI l'assunzione a TEMPO INDETERMINATO e una produzione giornalistica penosa e di autentico servilismo a chi ce li ha messi.