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A che serve la Rai?

Prima si poteva evadere più facilmente l’obbligo di pagare la Rai; adesso, si sa, questa tassa è stata inglobata nell’energia elettrica, per cui se non la versi ti staccano la corrente: o accetti di pagare lo stipendio a Bruno Vespa e Amadeus oppure è buio pesto. Quello che puoi fare per non pagare è dimostrare che non possiedi alcun apparecchio televisivo. La cosa è curiosa: molti di noi non guardano la Rai ma le altre emittenti che sono gratuite, però devono pagare la Rai. Si potrebbe facilmente fare come accade per Sky o per Mediaset Premium: sono tv a pagamento, se vuoi vederle sottoscrivi con loro un abbonamento. La Rai non possiede una tecnologia simile? Più che altro le fa comodo non possederla.
Il fatto è che le altre televisioni cosiddette generaliste assolvono già i compiti di cui si fa carico la Rai, e anche meglio. Per fare compagnia alle signore anziane c’è Canale 5, per l’informazione c’è La7 che ha servizi giornalistici più puntuali ed equilibrati di quelli della Rai; e si pagano interamente con la pubblicità. Ma la Rai in buona parte è un carrozzone politico, serve per sistemare amici degli amici, come gli altri enti che dipendono dallo Stato.

Sarebbe giusto pagarla a parte, come una tassa sociale, se svolgesse davvero un servizio pubblico. Ma allora anziché arricchire i Fazio e i Conti dovrebbe servire per dare voce alle minoranze che non fanno audience, dovrebbe mandare in onda programmi di formazione e di istruzione d’intesa con le scuole, dovrebbe trasmettere i grandi film della storia del cinema che non si vedono più. Perché far vedere Fausto Leali o Anna La Rosa che ballano, e dimostrare che questo è servizio pubblico, beh, mi sembra un’impresa memorabile.

Commenti

Francesco65 ha detto…
Una cosa strana di cui non parla nessuno, men che meno i guornalisti calabresi, è che la Rai deve assumere per concorso.

Mai sentito parlare di consorsi per giornalisti in Rai, magari me ne sarà sfuggito qualcuno in 50 e più anno di Rai, ma credo proprio che i giornalisti della sede Rai Calabria, siano entrati per agganci di varia natura, da quelle della semplice amicizia, passando per la politica e, sopra ogni cosa, attraverso la chiesa calabrese.

Basta seguire 4/5 edizioni per notare che ogni notiziuncola religiosa venga trattata, comprese le "celebrazioni" per il 10°,11,°15°... Ennesimo anno di sacerdozio di qualche prete.

Visto che ci costringono a pagare il canone, dovremmo creare un gruppo d'azione, una class action, qualcosa per imporre alla Rai i concorsi: da quelli per usciere, a tecnico e prima di tutti per giornalisti, visto anche il trattamento economico loro riservato.

Invece iniziano con incarichi di soppiatto, le supplenze natalizie, ferragostane, pasquali e poi ... ECCOTI l'assunzione a TEMPO INDETERMINATO e una produzione giornalistica penosa e di autentico servilismo a chi ce li ha messi.
Francesco65 ha detto…
Una cosa strana di cui non parla nessuno, men che meno i guornalisti calabresi, è che la Rai deve assumere per concorso.

Mai sentito parlare di consorsi per giornalisti in Rai, magari me ne sarà sfuggito qualcuno in 50 e più anno di Rai, ma credo proprio che i giornalisti della sede Rai Calabria, siano entrati per agganci di varia natura, da quelle della semplice amicizia, passando per la politica e, sopra ogni cosa, attraverso la chiesa calabrese.

Basta seguire 4/5 edizioni per notare che ogni notiziuncola religiosa venga trattata, comprese le "celebrazioni" per il 10°,11,°15°... Ennesimo anno di sacerdozio di qualche prete.

Visto che ci costringono a pagare il canone, dovremmo creare un gruppo d'azione, una class action, qualcosa per imporre alla Rai i concorsi: da quelli per usciere, a tecnico e prima di tutti per giornalisti, visto anche il trattamento economico loro riservato.

Invece iniziano con incarichi di soppiatto, le supplenze natalizie, ferragostane, pasquali e poi ... ECCOTI l'assunzione a TEMPO INDETERMINATO e una produzione giornalistica penosa e di autentico servilismo a chi ce li ha messi.

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